L'art. 1 della legge n. 91/92 stabilisce che è cittadino per nascita il figlio di padre o madre cittadini, confermando così, quale principio cardine per l'acquisto della cittadinanza italiana, quello dello “ius sanguinis”.
Il riconoscimento della cittadinanza italiana cd. “iure sanguinis” ovvero attraverso la linea di sangue riguarda coloro che, stranieri, nati anche all’estero, sono discendenti da avo italiano.
Le condizioni richieste per tale riconoscimento si basano perciò, da un lato, sulla dimostrazione della discendenza dal soggetto originariamente investito dello status di cittadino (l'avo emigrato) e, dall'altro, sulla prova dell'assenza di interruzioni nella trasmissione della cittadinanza (mancata naturalizzazione straniera dell'avo dante causa prima della nascita del figlio, assenza di dichiarazioni di rinuncia alla cittadinanza italiana da parte degli ulteriori discendenti prima della nascita della successiva generazione, a dimostrazione che la catena di trasmissioni della cittadinanza non sia stata interrotta).
L'autorità competente ad effettuare l'accertamento dei requisiti necessari per il riconoscimento della cittadinanza cd. “iure sanguinis” è determinata dal luogo di residenza: precisamente, per i residenti all'estero la competenza spetta all'autorità consolare italiana nella cui giurisdizione risiede l’interessato; per i residenti in Italia è invece attribuita al Sindaco del Comune ove è stata stabilita la residenza.
Riferimenti normativi utili
Legge 5 febbraio 1992, n.91 “Nuove norme sulla cittadinanza”
Circolare Ministero dell’Interno - Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione - n. K.28.1 dell’8 aprile 1991.